Che la scelta del ricco Francesco di spogliarsi di tutti i beni e le vesti e vivere da povero al servizio dei poveri fosse clamorosa, quella dell’agiata Chiara di seguirne le orme fu a dir poco rivoluzionaria. Tanto da interrogarci ancora sulla genesi di quella rottura per quel tempo assolutamente incomprensibile ai più e intollerabile per la sua più che benestante famiglia, che visse un trauma sicuramente più doloroso e insopportabile della famiglia di Francesco esattamente per il fatto che la protagonista di tanto sconquasso fosse una donna. «Una donna che ha anticipato i tempi… la grandezza del gesto vale sia per l’uomo che per la donna… sull’esempio di Francesco ha dimostrato che la stessa strada, tra l’incredulità generale, poteva essere percorsa anche da una donna». Indipendenza, autonomia, emancipazione rivendicate con scelte difficili e sacrifici immensi di fronte a una società rigida e a famiglie possessive.

Dunque, ci si interroga e lo si farà chissà per quanto ancora, mentre quei luoghi, Assisi, Spoleto, le terre umbre, grazie ai due santi e al loro messaggio sempre vivo, sono diventati simbolo di dialogo, unione, fraternità, solidarietà, pace e quest’anno, con una guerra nel cuore d’Europa, ancora di più. E, dopo tanta letteratura e cinema, lo fa con un romanzo Raffaele Bussi, “L’estasi di Chiara” (Marcianum Press, pagine 160, euro 16), che in un gioco di rimandi, quasi una matrioska che, una dentro l’altra, svela tante storie e luoghi, da una panchina del lungomare stabiese al chiostro napoletano di Santa Chiara alla chiesa di San Damiano di Assisi. Uno sforzo ardito, non temerario però, sollecitato dal desiderio di capire, ancora dopo otto secoli, se ci sia «qualcosa di misterioso nella scelta della figlia di Favarone».

Quando lei «ha sei anni, vede Francesco, che ne ha diciotto, in tutto il suo fascino giovanile”. Lo amerà? Di sicuro la scelta di vita di Francesco non potrà non illuminare l’itinerario della ragazza che sarà una delle grandi sante, tra le più amate della storia di sempre. La tesi, non nuova, attorno a cui ruota il libro è che quando Chiara capisce che il suo sentimento non potrà mai essere quello che potrebbe intercorrere tra un uomo e una donna, “pur di non perderlo” decide di seguirlo sulla strada tracciata dal Vangelo. «Proprio per questo quella tra Chiara e Francesco – sostiene Bussi – è la più grande storia d’amore di tutti i tempi», una storia che mescola canoni di modernità sorprendenti e che non finirà mai di affascinare credenti e non.

*Recensione pubblicata il 7 giugno 2022 sul Corriere del Mezzogiorno