Se in mezzo non ci fossero questi cinque anni si potrebbe dire che l’incontro di ieri tra Antonio Bassolino e il segretario del Pd napoletano Marco Sarracino sia stato positivo rispetto alle attese dei due. Ma nel 2016 ci furono le primarie “farlocche”, come le ha sempre definite l’ex sindaco “trombato” con metodi prossimi al codice penale dai predecessori del nuovo dirigente Pd. Furono una trappola nella quale il pur esperto Bassolino cadde con la conseguenza di bruciarsi la possibilità di scendere in campo e tentare la sfida: non con il senno di poi, perché lo pensai ed ebbi anche modo di dirlo all’interessato, in quella situazione non era improbabile la possibilità di andare al ballottaggio con de Magistris. Oggi il Pd le primarie non intende farle ma anche se le facesse sicuramente Bassolino avrebbe poche tentazioni a frequentarle direttamente. Ma c’è altro.

In questi cinque anni non si è avuta traccia di un ruolo del Pd sui problemi di Napoli. Mentre la città prendeva la china disastrosa che è sotto gli occhi di tutti il partito di Amendola (Enzo, non il grande che fu) stette a guardare le stelle che non ricambiarono l’attenzione. Voto? Non possibile per assenza dell’esaminando. Semmai sono state più le volte che a de Magistris sono arrivate, specie attraverso la mano romana, aiuti “democratici” provvidenziali che gli hanno consentito di arrivare al termine dei secondi cinque anni di sindaco.

Tutto questo ha pesato nel faccia a faccia di un’ora e mezza alla Fondazione Sudd. Bassolino aspira a un sostegno del Pd, il Pd vuole un Bassolino non candidato sindaco in cambio di un ruolo prestigioso (quale? boh!). Lui, Bassolino sa benissimo che questa volta, in forma diversa da cinque anni fa, potrebbe finire di nuovo nella tagliola e sempre a causa del partito alla cui fondazione contribuì. In tal modo vanificherebbe il paziente, meticoloso, incessante, intelligente passo dopo passo che gli ha permesso di fare una “campagna elettorale” senza precedenti. Certo, non deve farsi illudere dalla risposta di tutti quelli che ha intercettato in questo lungo viaggio, sempre positiva, spesso amichevole e pure affettuosa. C’è anche un’altra città, quella che pare gli abbia ricordato Sarracino, che è lontana da questi scenari e che ragiona in altro modo, per di più in un tempo così complicato e drammatico come quello che stiamo vivendo.

Va detto, però, che Napoli è anche sorprendente. Lo fu quando, in pieno deserto di Mani Pulite, Bassolino tornò da Roma e in pochi mesi costruì la sua ascesa trionfale a Palazzo San Giacomo, lo è stata quando, e perfino con una replica, con astuzia Luigi de Magistris scese in campo e approfittando della situazione di marasma dell’area di centrosinistra costruì il suo successo. Insomma, nulla è scontato. Finora nel totosindaco che impazza i soggetti non sono pochi e neanche tutti, per lo più sono dotati di debolezze più che di certezze, alcuni anche di storia. E la storia continua, nonostante tutto. Con passi in avanti e anche indietro come ci è stato insegnato.

20 ottobre 2020